Gli avverbi

L’avverbio è una parte del discorso con funzione di modificatore. L’oggetto della modifica può essere un verbo (rinsed thoroughly, unexpectedly found, clearly showed), un aggettivo (very stable, largely superior, seriously ill) o un altro avverbio (quite often, comparatively slowly, almost always). Alcuni avverbi possono anche modificare intere frasi (Surprisingly, only three of the patients had antibodies directed against the potassium channel subunits). Gli avverbi forniscono informazioni sul come, quando e dove si svolge un’azione (avverbi di modo, di tempo e di luogo), mettono in risalto un elemento della frase (avverbi focalizzanti, come only, just, at least) e chiariscono l’opinione o la posizione dell’autore rispetto a quanto scritto (avverbi frasali, come clearly, unfortunately, obviously). Le categorie di avverbi e le modalità d’uso degli stessi sono abbastanza simili tra italiano e inglese; gli errori in cui si potrebbe incappare non sono dunque tanto legati alla grammatica in sé quanto piuttosto al registro linguistico, alla frequenza e alla possibile creazione di ambiguità semantiche. Determinare l’appropriatezza di un vocabolo rispetto a una situazione linguistica richiede un notevole grado di dimestichezza con il linguaggio usato in quello specifico contesto. Avverbi come a bit, a lot, pretty, quickly e really sono tipici di un registro informale; possibili rispettivi equivalenti in linguaggio accademico sono a little, a great deal, quite, rapidly e considerably. Anche la frequenza d’uso degli avverbi, o di determinati avverbi in particolare, segna un punto in cui lo stile di un madrelingua si discosta da quello di un autore non nativo. Secondo vari studi di linguistica su corpus di testi scritti, un madrelingua inglese usa circa 10 avverbi ogni 1000 parole: una frequenza molto al di sopra o al di sotto di tale cifra nuoce alla percezione del testo. Strettamente correlata alla frequenza è la varietà. L’impiego di un’ampia gamma di espressioni avverbiali rende il testo più dinamico e interessante; di converso, usare di preferenza un numero limitato di avverbi non solo rende il testo manchevole in tal senso ma aumenta anche la probabilità di usi impropri. Per fare un esempio, una delle tipologie di avverbi più comuni è costituita dagli avverbi congiuntivi con funzione additiva (furthermore, moreover, additionally, also, besides), che aggiungono informazioni a quanto detto nella frase precedente. Nei testi caratterizzati da povertà semantica, tali avverbi tendono a comparire anche quando il senso dell’argomentazione ne richiederebbe altri con funzione contrastiva (come however o conversely) o concessiva (although, notwithstanding). Infine, la notevole versatilità degli avverbi li rende un potenziale veicolo di ambiguità semantiche, aiutate dalla natura mobile, non fissa, di questi elementi all’interno della frase. Poiché gli avverbi possono modificare più elementi, è importante che siano posti il più vicino possibile all’oggetto della modifica. In caso contrario, c’è il rischio che lettore e autore abbiano una percezione diversa del senso dell’enunciato:
Researchers only transfused red cells and platelets to acute leukemia patients.
In questo esempio, only modifica il predicato (transfused): letteralmente, il senso della frase è che i ricercatori si sono limitati a effettuare la trasfusione delle cellule, senza eseguire alcuna altra operazione preliminare o successiva. Tuttavia, è più probabile che la portata limitativa dell’avverbio sia riferita non già all’operazione svolta, bensì al tipo di cellule trasfuse. In questo caso, l’avverbio va spostato vicino al sintagma nominale red cells and platelets:
Researchers transfused only red cells and platelets to acute leukemia patients.
Se, infine, la limitazione riguarda la categoria di pazienti sottoposti a trasfusione, la frase deve essere costruita in modo che l’avverbio modifichi il sostantivo patients:
Researchers transfused red cells and platelets to acute leukemia patients only.
Riferimenti: Chen, C. W. (2006). The use of conjunctive adverbials in the academic papers of advanced Taiwanese EFL learners. International Journal of Corpus Linguistics, 11(1), 113-130 Gilquin, G. (2007). To err is not all: What corpus and elicitation can reveal about the use of collocations by learners. ZAA, 55(3), 273-291. Hinkel, E. (2003). Adverbial markers and tone in L1 and L2 students' writing. Journal of Pragmatics, 35(7), 1049-1068