Bilanciare elementi rafforzativi e attenuativi

In un testo scientifico, dubbi e certezze coesistono e dunque sussiste la necessità di bilanciare la presenza di elementi che rafforzano o mitigano l’intensità di un’affermazione. Nei testi di area medico-biologica è stato calcolato un rapporto approssimativamente di 3:1 in favore di questi ultimi. Indubbiamente, e almeno in certa misura, la presenza e la distribuzione di elementi rafforzativi e attenuativi sono il frutto di scelte precise dell’autore, che riflettono, per esempio, il suo livello di assertività, di esperienza o di coinvolgimento; non si può ignorare, però, che le scelte autoriali poggino su rodate convenzioni proprie della scrittura accademica. Gli elementi rafforzativi servono a dare vigore a un’argomentazione:
Bredberg’s study has clearly demonstrated that anxious subjects do indeed shift attention towards emotionally threatening stimuli in their visual environment, while normal control subjects tend to shift attention away from such stimuli.
In questo esempio, l’effetto potenziante è conseguito attraverso strategie lessicali e sintattiche: da una parte gli avverbi clearly e indeed con il verbo demonstrate, già di per sé altamente assertivo; dall’altra la costruzione verbale enfatica preceduta da do (do shift attention). Un tale affastellamento di elementi rafforzativi sarebbe inappropriato se l’autore stesse presentando i risultati di ricerche proprie, ma è accettabile quando si discutono conclusioni di altri autori: qui l’intento è quello di marcare una posizione condivisa, una comunanza di vedute da cui, eventualmente, prendere le mosse. Anche in casi analoghi, tuttavia, è consigliabile evitare una concentrazione di elementi rafforzativi in poche righe, non solo per questioni di concisione, ma anche per evitare una ridondanza che finirebbe per diluire l’effetto che si vorrebbe creare. Il fatto che gli elementi rafforzativi siano più accettabili in relazione a dati altrui non implica che essi non possano essere usati nel presentare dati propri, né esclude la possibilità di usare un linguaggio anche marcatamente assertivo in tali frangenti. Avverbi come clearly e definitely, verbi quali demonstrate e aggettivi come pivotal e novel sono vocaboli che denotano un’elevata sicurezza: chi scrive si assume apertamente la responsabilità di sostenere l’esattezza delle informazioni date. Proprio per questo motivo, i vocaboli ad alto tasso di assertività non vanno usati automaticamente, quasi fossero un intercalare, e devono essere accompagnati da elementi fattuali che ne giustifichino la presenza. Gli elementi attenuativi servono a ridurre la forza assertiva di un’affermazione. Ogni autore è consapevole che la propria interpretazione dei dati è limitata da un certo numero di fattori (dimensione e modalità di acquisizione del campione, metodica, conoscenze disponibili al momento) e, di conseguenza, esprime cautela nel presentare le conclusioni a cui è pervenuto, stando bene attento a tenere separate conoscenze acquisite e ipotesi. Proprio per la necessità di distinguere tra dubbi e certezze, e allo stesso tempo lasciare al lettore la possibilità di avvalorare o confutare le informazioni, i verbi modali (may, might), gli avverbi di frequenza o di modo (usually, possibly) e una varietà di espressioni cautelative introduttive (it may be said, it appears that) sono ampiamente usati nei testi scientifici (con una presenza circa tre volte superiore rispetto agli elementi rafforzativi) e si accompagnano alle affermazioni dell’autore più spesso che non a quelle di altri. Elementi rafforzativi e attenuativi tendono a non comparire nella stessa frase, ma possono coesistere in uno stesso paragrafo:
It is clear that some group II introns are spliced efficiently under physiological conditions only if aided by trans-acting factors. Our results indicate that the splicing of nearly every pre-mRNA intron in the maize chloroplast genome requires either chloroplast ribosomes or crs2 function. The splicing of this intron may require nuclear gene products not yet identified in our genetic screens. Alternatively, this intron may even self-splice in vivo.
In questo esempio, soltanto l’informazione contenuta nella frase d’apertura è considerata conoscenza acquisita, e viene segnalata come tale da un elemento marcatamente rafforzativo (it is clear that). Il resto delle informazioni è chiaramente presentato come una serie di ipotesi interpretative dei dati, introdotto da elementi che denotano un grado di certezza a decrescere (si confronti l’incipit “it is clear that” con la chiusura “may even“), in una tipica organizzazione a imbuto. Riferimenti: Hyland, K. (1998). Boosting, hedging and the negotiation of academic knowledge. TEXT 18 (3) pp. 349-382