La nominalizzazione

Per nominalizzazione si intende l’utilizzo in funzione sostantivale di un elemento linguistico diverso da un sostantivo, ossia, in termini meno tecnici, la trasformazione in sostantivi di elementi appartenenti a classi del discorso diverse (verbi, aggettivi, avverbi, eccetera). Si prendano i due esempi seguenti:
1a. Childhood obesity rates are increasing so rapidly that paediatricians are becoming concerned. 1b. The rapid increase in childhood obesity is causing concern among paediatricians.
Il significato è esattamente lo stesso; tra le due frasi vi è però una differenza strutturale, evidenziata nell’esempio 1b dalla traformazione dei sintagmi verbali are increasing e are becoming concerned nei sostantivi increase e concern. Il risultato è una resa più concisa, in cui l’attenzione si sposta dall’azione (verbo) al concetto (sostantivo); il linguaggio diventa così più astratto e formale, meno descrittivo e più argomentativo, acquisendo le caratteristiche di registro proprie – sia pur non esclusive – del discorso accademico. La nominalizzazione contribuisce in vari modi all’obiettività del discorso, uno dei quali è l’omissione di qualsiasi riferimento all’agente (chi compie l’azione) e al paziente (chi la subisce):
2a. Staff at Aachen University Hospital reported that 150 patients complained of malpractice last year. 2b. According to internal reports from Aachen University Hospital, 150 malpractice complaints were lodged last year.
Il primo esempio dice chiaramente chi ha riportato il fatto (il personale dell’ospedale) e chi ha presentato i reclami (i pazienti); nella seconda versione, invece, tali informazioni – non cruciali e comunque facilmente desumibili – sono implicite, nascoste nell’architettura della frase. Un’altra caratteristica del linguaggio scientifico, strettamente correlata all’obiettività e conseguibile mediante la nominalizzazione, è la spersonalizzazione, vale a dire quel processo che tende a ridurre al minimo il coinvolgimento in prima persona delll’autore a vantaggio dell’enunciato, distanziando, per cos i dire, l’idea espressa da chi la esprime.
3a. We thoroughly analysed studies on bicompartmental knee arthroplasty and concluded that no upper age restriction exists as long as the appropriate criteria are met. 3b. A comprehensive analysis of studies on bicompartmental knee arthroplasty led to the conclusion that no upper age restriction exists as long as the appropriate criteria are met.
Nella prima frase, il pronome personale we, riferito agli autori, occupa una posizione prominente, in principio di frase; nella seconda frase, invece, non viene fornita alcuna informazione in merito a chi ha condotto l’analisi o a chi ha tratto le conclusioni. Il primo esempio focalizza l’attenzione di chi legge su due entità: il soggetto e l’azione da esso compiuta; nel secondo esempio, in assenza di altri riferimenti dati, il lettore è costretto a soffermasi sul concetto espresso. Anche l’elevata densità informativa (la quantità di informazioni presenti in un enunciato) tipica del linguaggio scientifico è in gran parte dovuta alla nominalizzazione. Il contributo delle forme nominalizzate alla compatteza del discorso è facilmente verificabile confrontando due versioni dello stesso brano, come nei due estratti che seguono (il testo originale, 2b, è tratto da W. K. Purves, D. Sadava, G. H. Orians & H. C. Heller, Life: The Science of Biology, W. H. Freeman, 2004):
2a) All organisms reproduce and sometimes, when they do so, their offspring varies. This is an important characteristic of life. If organisms did not reproduce, life would quickly come to an end. When the earliest single-celled organisms reproduced, they first duplicated their genetic material and then they divided in two. Two daughter cells resulted from this process; they were identical to each other and to the parent cell. Sometimes, however, as the genes duplicated, errors occurred, as a result of which the genes mutated. These errors are not very common but they provided the basic material for life to evolve. When organisms reproduce and mutate, life evolves, by which we mean that the genes of a given population change what they are composed of. 2b) Reproduction with variation is a major characteristic of life. Without reproduction, life would quickly come to an end. The earliest single-celled organisms reproduced by duplicating their genetic material and then dividing in two. The two daughter cells were identical to each other and to the parent cell, except for mutations that occurred sporadically during gene duplication. Such errors, although rare, provided the raw material for biological evolution. The combination of reproduction and errors in the duplication of genetic material results in biological evolution, a change in the genetic composition of a population of organisms over time.
Il primo estratto conta 123 parole contro le 96 di quello successivo. Il concetto d’apertura – l’importanza biologica del processo di riproduzione e variazione – è espresso in due periodi nella prima versione: il primo costituito da una proposizione principale e da una coordinata e il secondo da una proposizione principale, per un totale di 19 parole; nella seconda versione, nominalizzata, bastano nove parole e una singola proposizione principale. Analogamente, il riferimento all’occorrenza sporadica di mutazioni durante la replicazione genica, che nella versione nominalizzata è un inciso, viene strutturalmente dilatato a un intero periodo nella versione 2a. L’assenza di nominalizzazioni rende inoltre inevitabile l’uso di perifrasi (un esempio su tutti, l’espressione genetic composition del testo originale diventa what the genes are composed of in quella rimaeggiata), che contribuisce ulteriormente a diluire l’informazione. Come evidenziato da quest’ultimo esempio, un testo privo di nominalizzazioni apparirà senz’altro più discorsivo, più vicino alla lingua parlata che a quella scritta e, di conseguenza, sarà inadatto alla pubblicazione accademica. Riferimenti: Goatly, Andrew, Critical Reading and Writing, Routledge, 2000